PROLOGO: Isola di
Bonneterre, nord di Hispaniola, Oceano Atlantico
Almeno, così era
chiamata ufficialmente, e tale era stata per quasi due secoli, fino a quando
non erano giunti su di essa i semi di uno dei più
pericolosi mutanti del mondo: l’entità collettiva conosciuta come Krakoa.
Un fatto
sconosciuto alla Justice Incorporated, quando questa aveva accettato una
missione di ricognizione e soccorso che si era rivelata una trappola per
nutrire Krakoa. Colti di sorpresa, i Giustizieri tuttavia erano riusciti a
sopravvivere al primo confronto.
Ora dovevano
gestire un problema che non potevano materialmente
permettersi di abbandonare: Krakoa viveva delle bioenergie dei mutanti,
possedeva il potere di chiamarli a sé, e peggio ancora, come la sua stessa
presenza aveva dimostrato, era capace di spargere i suoi semi e formare altre
colonie anche ad oceani di distanza.
La sua distruzione,
oggi, era un imperativo, contratto o non contratto.
Restava solo da
capire come riuscirci.
MARVELIT presenta
JUSTICE, INCORPORATED
Episodio 24 – Krakoa: ultimo atto
“Lasciate fare a me,” disse Capitan Power,
fissando la titanica entità antropomorfa che si stava manifestando attraverso
la vegetazione e la roccia. I suoi colleghi,
Ø Warwear
(Parnell Jacobs, ex mercenario, armatura vivente da combattimento Eidolon)
Ø Midnight Sun
(M’nai, maestro di arti marziali potenziato da
tecnologia Kree)
Ø Fusione
(Robert Markley, mutante illusionista)
Ø Tygur
(Semidemone, figlio di Tigra e di Grigar, il Balkatar del Popolo Felino)
Ø Sabre (Jack
Russell, licantropo)
Ø Dragoneer
(Adam Gottschalk, guerriero benedetto dal potere degli antichi dragoni)
Ø Corona (Dagny
Forrester, capace di influenzare lo stato della materia)
Ø Powerhouse
(Daniela Dante, mutante, assorbimento e riutilizzo di energia)
Ø Chemistro
(Archibald Morton, modificatore della configurazione atomica e molecolare)
Lo fissarono per un
momento come se fosse impazzito. “Come capo di questo gruppo,”
disse Warwear, “penso sia una solenne sciocchezza. Stando al database, gli
X-Men dovettero compiere uno sforzo eccezionale per spedire Krakoa in orbita ed
ucciderlo. Tu…”
Gli occhi di
Capitan Power iniziarono a brillare, e così i suoi pugni chiusi. “Posso farcela. Correte nel Groizer. Adesso.”
E fu in quel
momento, che il terreno, invece, si spalancò sotto i loro stessi piedi!
Chi non poteva
volare, cadde verso il cuore magmatico dell’isola!
Ma Krakoa non aveva alcuna intenzione di permettere ai
nove eroi di trovare soccorso nella loro fortezza mobile.
Una sua immensa
mano andò ad afferrare il Groizer, ora nella sua conformazione di robot da
combattimento.
A bordo, Lucas S.
Wolf, Matt Slade, Elsa Bauer e Matt C. Johns, cioè l’equipaggio del Groizer, strinsero i denti quando il colpo scosse il loro super-robot
come fosse stato un giocattolo! “Tutto bene, signor Abruzzi?” chiese Matt un
attimo dopo.
Sullo schermo, il
volto del responsabile della R&S della Justice Inc.
annuì. “Pensate piuttosto a trovare un modo di soccorrere gli
altri. Ho l’impressione che fra poco ne vedremo
delle belle.” Poi lo schermo si spense.
“E’ una bella
parola,” disse Lucas, il primo pilota. Anche se per
ora lo Scudo Tachion reggeva, il Groizer era già stato messo a dura prova, e di
sicuro non poteva usare di nuovo il Missile Nova, non senza distruggere la
fortezza stessa…
Improvvisamente, un
colpo di energia raggiunse la gigantesca mano di roccia e vegetazione,
trasformandole un attimo dopo in una poltiglia liquida!
“Spero che questo
vi sia stato di aiuto,” disse Corona... Solo per
vedere quella massa informe avvolgersi nuovamente intorno al robot e riprendere
rapidamente consistenza!
“Preso!” esclamò
Warwear, afferrando Sabre. “Tutto bene, mia damigella?”
“Fai meno lo
spiritoso!” ringhiò il licantropo. “Cerchiamo invece di squagliarcela da qui,
l’atmosfera è troppo calda per i miei gusti!” Anche se, a dire il vero, l’aria
era decisamente
meno calda ed irrespirabile di quanto avesse temuto, date le condizioni.
Warwear guardò
verso l’alto. Il terreno si era già chiuso, impedendo ogni via di fuga a lui e
agli altri volatori con il loro carico. “Mi sa che ci squaglieremo e basta,
temo…”
“Non posso esservi
di aiuto, mi dispiace,” disse Chemistro. “Riesco a
malapena a generare una bolla atmosferica. Questa…creatura riesce a controllare
le proprie molecole più efficacemente di quanto pensassi.”
“Non abbastanza
efficacemente,” disse Capitan Power. La sua fronte era
imperlata di sudore, occhi e pugni brillavano più intensamente che mai. “Preparatevi! I prossimi minuti saranno decisivi!”
Corona fece del suo
meglio per tenere a bada la massa che continuava ad aggredire il super-robot,
ma era come mettere le dita nella proverbiale diga. Anche costringendo la
materia dallo stato liquido a quello gasso e poi
solido il più velocemente che potesse, stava ottenendo solo di stancarsi,
mentre Krakoa non stava perdendo il proprio impeto…
All’improvviso, il
robot iniziò a sollevarsi dal suolo. “Ehi,” commentò
Corona, “non sapevo che poteste volare, in questa conformazione.”
“Infatti,” rispose Lucas. “Non siamo noi. Guarda.”
In effetti,
qualunque cosa non fosse saldamente ancorata al terreno stava iniziando a sua
volta a fluttuare, come se la gravità avesse deciso di fare i capricci proprio
in quel momento! Un altro potere di
Krakoa? Pensò
Il Groizer Robot
infilò le mani nel terreno. “Corona, non perdere tempo ed entra qua dentro! I sensori segnalano una massiccia fluttuazione
gravimetrica in tutta l’area dell’isola! Credo che sia
Capitan Power!”
“Cosa!? E cosa ha in mente di fare?”
Ebbe la sua
risposta un attimo dopo, quando uno spaventoso terremoto scosse l’intera isola
che fu Bonneterre! Fu un fenomeno breve, ma di una potenza agghiacciante. Per
un attimo, Corona pensò che l’isola stesse andando a pezzi…poi vide la sua
superficie volare verso di lei ad una velocità spaventosa!
Quello che aveva
fatto Capitan Power era semplice concettualmente, drammatico
negli effetti: negando la forza di gravità fin nelle radici di Bonneterre,
aveva trasformato
Le pareti della
camera stavano andando a pezzi con violenza, attirate verso terra dalla
combinazione di decompressione e gravità. In pochi minuti, il cielo blu fu
sostituito dall’eterno mare delle stelle.
E l’atmosfera
interna dell’ex camera magmatica stava dissolvendosi molto rapidamente… I
Giustizieri intrappolati erano fortunati ad avere trovato degli appigli per non
essere risucchiati nel vuoto dello spazio, e—
Qualcosa arrestò in
quel momento l’emorragia d’atmosfera.
“State tutti bene?” disse Corona. “Ho solidificato l’aria, per un
po’ non dovremmo avere problemi.”
“L’unico a non
stare bene qui è questo idiota,” disse Warwear,
indicando Capitan Power, che giaceva svenuto fra le braccia di Midnight Sun.
“Si è praticamente esaurito, per fare questo scherzo…
Groizer, mi ricevete?”
Gli rispose un
segnale statico.
“Ah, capo..?” disse Chemistro. “E’ solo un’impressione mia, o questo
posto si sta facendo più piccolo?”
Corona spostò lo
sguardo verso la bolla di aria solida.
E vide le crepe che
si stavano rapidamente formando su di essa!
“Krakoa è ancora viva, dannazione!” ringhiò il teamleader.
“Ma è debole, lo
sento,” sussurrò Dragoneer. “Corona,
avvolgi chi non può respirare in una bolla d’aria solida. Chemistro,
crea una patina per filtrare le radiazioni solari. Gli altri,
dietro di me!” Le mani si accesero del fuoco dei draghi, mentre il guerriero
osservava la volta rocciosa che si richiudeva sempre più implacabile…
“Guardate!” esclamò
Elsa.
Una mostruosa
vampata eruttò dal suolo dell’isola vivente! Poco dopo, Warwear, Midnight Sun
con Capitan Power, e Fusione, emersero per primi dallo squarcio appena creato,
seguiti da Corona che trasportava gli altri in una bolla tutta bianca.
“Non potevamo
uscire dal fondo, già che c’eravamo?” chiese Powerhouse. “Avevamo già un’uscita
pronta.”
“Nonché
un modo sicuro di perderci nello spazio,” rispose Warwear, mentre il gruppo si
dirigeva verso il Groizer. “Questo posto si sta ancora muovendo a millecinquecento chilometri orari…”
“Credo che non
continuerà per molto,” disse Fusione, indicando il
corpo celeste che sovrastava il cielo:
“Di sicuro non
intendo aspettare per scoprirlo: dobbiamo prima trovare un modo per uccidere una volta per tutte questa cosa. A differenza del suo
predecessore, deve avere mantenuto il suo cuore al riparo, al proprio interno.
Per questo è ancora viva. Non ha bisogno di atmosfera.”
“Se è così,” disse Sabre, “perché non ci sta attaccando, adesso?”
“Sta cercando di
mantenere la propria integrità strutturale,” disse la
voce amplificata di Garolfo. “L’isola ha pur sempre la massa di un piccolo
asteroide, e il suo decollo avrebbe dovuto sbriciolarla.”
Appena
furono tutti entrati nel robot, Warwear disse, “E’ davvero un’ottima notizia. Ora sappiamo dove trovare
il cuore di questo grandissimo bastardo! Equipaggio, ho bisogno di una
scansione strutturale dell’isola, adesso! Localizzate il punto di maggiore
densità, il più isolato dall’ambiente esterno.”
“Dateci qualche
minuto,” fu la risposta.
“Dovremo agire
rapidamente,” disse Warwear, rivolto agli altri
membri. “Noi localizzeremo e scoperchieremo il cuore di Krakoa, quindi toccherà
al Groizer finirlo. E questo posto diventerà solo un ammasso di materia morta.
Missione compiuta.”
“Non porta più
bene, dirlo,” disse Sabre.
“Trovato!” disse
Elsa da uno schermo. Un attimo dopo, il suo volto fu sostituito da una
radiografia dell’isola. Una specie di sfera perlacea, luminosa, pulsante,
marcava il ‘cuore’ di Krakoa. “Duecentocinquanta metri
di profondità, a tre chilometri da qui. Sta irradiando come una dannata
stella!”
“Sta usando tutte
le sue energie per proteggersi,” annuì Warwear. “E’
più vulnerabile che mai. Wolf, portaci sulla verticale. Tutti gli altri, preparatevi.
Coraggio, non perdiamo tempo.”
Pochi minuti furono
sufficienti al super-robot per portarsi in prossimità dell’obiettivo, per
averlo almeno a portata di tiro.
Krakoa scelse
esattamente quel momento, per colpire l’equipaggio ed
i Giustizieri con un secondo attacco psichico. Seppure indebolita, l’entità era
ancora abbastanza potente per difendersi in tale modo,
come provò l’improvviso arresto della macchina.
Krakoa non poteva
definirsi un’entità sofisticata, anzi, era ad un
livello appena superiore a quello di un grosso predatore. Era l’istinto a
guidarla più che la ragione, ma sapeva che stava morendo. Sapeva che non poteva
farci niente.
E sapeva di volere
portare con sé i suoi nemici, se quella era l’ultima cosa che potesse fare…
Non aveva previsto
che questa volta qualcuno si fosse preparato a resistere a quell’assalto.
“πτώση
Ουρανού!” La voce riempì il cielo,
potente, immensa, il ruggito degli antichi mostri che dominavano il mondo con
la loro forza e la loro magia.
Ancora una volta,
al comando di Dragoneer, questa volta fu il cielo
stesso a cadere contro Krakoa! Non una tempesta di comete fiammeggianti, bensì
un frammento titanico di magma e roccia incandescente, avvolto da un’aura al
calor bianco, proprio come se la divina volta celeste fosse crollata!
L’esplosione trasformò
l’intera superficie in una spettacolare porzione dell’inferno stesso. Migliaia
di tonnellate di materiale fiammeggiante della
superficie furono proiettate via come in una ciclopica eruzione.
Warwear osservò la
scena, impassibile… O meglio, era l’armatura Eidolon ad
osservare, mentre il suo occupante ancora giaceva nel limbo dell’incoscienza. Ma neppure essere sveglio avrebbe aiutato Parnell Jacobs a
descrivere il puro grado di distruzione di cui era stato testimone.
Lo schermo mostrava
una distesa di magma. Nonostante non ci potessero essere fiamme, lo spettacolo
non era per questo meno infernale. Grosse colate di magma ricadevano ribollendo
nel cuore del terreno. Adesso l’isola di Bonneterre stava davvero andando a
pezzi.
Appoggiato alla
parete, Dragoneer ansimava. Quello era il suo attacco più potente in termini di
distruttività. Non poteva fare altro. “Ora sta a te finirlo.”
Warwear si diresse
con calma verso l’ascensore che lo avrebbe portato alla cabina di pilotaggio.
Pochi minuti dopo,
il Groizer X tornò alla modalità aerea. Per quanto i
propulsori principali fossero danneggiati, in regime di microgravità bastarono
per allontanarlo dalla superficie dell’isola morente.
L’apparecchio disponeva di tre armi nucleari di bassa potenza: due erano i
Missili Nova. Uno era contenuto
nell’ordigno che fu rivelato quando la sezione frontale della fortezza si aprì.
L’enorme missile
dalla punta a trivella partì con una potente fiammata. Krakoa,
indebolito al limite delle forze, non poté impedire all’ordigno di scavarsi la
via fino al suo cuore.
Poi, il Killerdrill
Missile arrivò al suo obiettivo.
Questa volta,
l’intera isola andò in pezzi sotto la potenza del sole artificiale. Krakoa si
spense in un ultimo, silenzioso grido.
“Oooh…” Lucas
riprese i sensi a fatica. Si sentiva un mal di testa agghiacciante. Due
attacchi psichici in un giorno erano davvero troppi!
Poi il suo sguardo
andò al monitor. “Wow.”
Ormai, l’isola di
Bonneterre non era che un ammasso di rocce che si
stava sparpagliando sempre più. Ed un nucleo più
grosso che a stento teneva qualche centinaio di tonnellate di materiale intorno
a sé come un anello slabbrato. Altri frammenti già si dirigevano verso
“Sembra proprio che
ce l’abbiamo fatta,” disse Warwear, anche lui tornato
cosciente, in piedi dietro di lui. “Le mie scuse per avere preso il controllo
del Groizer, ma le circostanze lo richiedevano.”
“Considerati
perdonato a vita, mister.” Lucas riprese i comandi. Eseguì una rapida
diagnostica dei sistemi. “Be’, sembra che ci aspetti un lungo viaggio fino alla
Luna, a meno che uno di voi eroi non abbia un modo per
accelerare il viaggio…”
In quel momento, un
segnale di comunicazione in arrivo risuonò per la cabina. Poi, sullo schermo
apparve il logo di una lunga spada piantata in uno scudo, sul fondo di una
Terra stilizzata contro un campo stellato.
Poi apparve il volto
severo di una donna dai lunghi capelli biondi. “Buongiorno a voi, Giustizieri,” disse, ma con un tono che preludeva a tutt’altro che una
buona giornata. “Mi chiamo Abigail Brand, Direttrice dello SWORD. E voi siete in arresto
per una lunga lista di violazioni sulla sicurezza internazionale. Mi auguro
anche che abbiate un’ottima spiegazione per il vostro operato.
Preparatevi ad essere recuperati. Se volete opporre resistenza ditemelo subito, che ci risparmiamo un’inutile
perdita di tempo. Tutto chiaro?”